Festeggiare 200 cime con gli amici che contano

Scritto da Lunedì, 19 Settembre 2022 18:57

Alessandro, Francesco, Giovanni, Massimiliano, Diego e … mio figlio Gabriele. Sono loro ad avermi sostenuti in questi anni ad aver mantenuto viva la chat WhatsApp del Gruppo Aria Sottile. Non ho fatto nulla per farmi voler bene da loro eppure negli ultimi anni ci sono stati sempre.

E meno frequentavo la montagna e più "erano presenti per me" mandandomi tutti i segnali di una amicizia che orami dura da oltre 15 anni.

Per questa giornata incredibile si aggiunge al gruppo Valentina che ancora non mi conosce… la prima quota rosa di questa piccola manica di affettuosi pazzi. Massimiliano è nel suo solito idilliaco equilibrio, Diego è fisicamente in forma (sembra un bronzo di Riace) con gli anni ha maturato un’ironia meravigliosa e sprizza gioia da tutti i pori. Alessandro e Giovanni sono il simbolo di quella calma e di quella pacatezza che a me tanto manca in certi momenti. Mio figlio ormai 15 enne osserva questo gruppo riunirsi come una specie di evento storico...

Ma da quanto tempo non uscivo in montagna? Non ricordo neppure… Da poco compiuti i 50 anni decidiamo di festeggiare la mia 200° cima sull’appennino. Ma c’è un attore protagonista in questa giornata di celebrazioni e questo non sono io. Stiamo parlando di un grande uomo che ha pensato, voluto e creato questa grande festa. Francesco Mancini.

Nella chat di WhatsApp riesce a coordinare tutto, con la pazienza di un “goccia che scava la roccia” riesce a mettere insieme tutte le anime sparse come fa il pastore con il suo gregge. Riesce ad essere quello che io per troppi anni non ho saputo più essere per i miei amici di Aria Sottile: un motore di entusiasmi.

Per qualche misteriosa ragione si crea un’attesa trepidante per questa mia 200° vetta. Francesco riesce a costruire un “mito” (grazie Francesco) che non c’è… perché da anni ormai sono molto assente dalla montagna. Un fiducia immeritata da parte sua e di tutti gli altri elementi del gruppo.

La cima è una cima che non citerò. La faccio di controvoglia perché la sua conquista va contro i miei principi. Decido che solo per questa volta i miei principi passano in secondo piano a favore della fratellanza che tutti gli amici mi hanno sempre rinnovato incondizionatamente.

Mi sono allenato consecutivamente per 2 mesi. Cyclette alle 5 di mattino. Docce fredde, alimentazione sana, corsa, vita regolare e senza stravizi.

La cima viene conquistata al prezzo di lunghe fermate, al prezzo di lunghi respiri, vesciche su tutta la superficie del piede, contratture alle cosce, infiammazione alle articolazioni delle anche. Un prezzo che non erro più abituato a pagare.

In vetta ci sono tutti ma soprattutto l’entusiasmo di Francesco che continua ad esaltare il “Giorgio Carrozzini Day” mettendo al centro questo mio ritorno in montagna più di quanto io non meritassi.

La festa è ritualizzata dalla consegna simbolica del Gagliardetto delle 200 cime dell’Appennino. Un cartoncino arrotolato e tanta amicizia. Lo lascio fare perché il suo entusiasmo, contagioso, genuino quasi come quello di un bambino è esattamente quello di cui avevo bisogno per riprendere fiducia nell’idea di escursionismo e di montagna. Il gioco nel quale riesce a trascinarmi è esattamente quello che per anni era stato lo spirito del Gruppo Escursionistico Aria Sottile, quello spirito che si era perso per una vuota competizione.

Incredibilmente (e non so davvero come sia stato possibile) scopro Francesco incarnare esattamente quello spirito “Aria Sottile delle Origini”.

Il ritorno alle macchine è ancora più lungo ed estenuante. La discesa è sempre la parte più difficile del percorso. Il gruppo si divide in due piccoli sottogruppi. Io e Giovani riportiamo Gabriele e il suo amico Nicola al bar del Baracone (Prati di Mezzo). Siamo tutti stravolti e ci regaliamo panini, patatine e birra. Siamo esausti ma super contenti.

Il gruppo si riunisce al Baraccone ma e prima di fare ritorno alle macchine succede qualcosa… Francesco ancora una volta prende vita. Finge di cercare una torta in una grande borsa… e poi tira fuori una bottiglia di vino sulla quale ha attaccato la mia foto e la foto di un gagliardetto delle 200 Cime.

Ma la festa non è solo per me, perché (e non so come) Francesco sa che il momento è storico perché per la prima volta dopo oltre 10 anni si è nuovamente riunito tutto il Gruppo. Così Francesco comincia tirar fuori una bottiglia di prosecco dopo l’altra. Una per mio figlio Gabriele, una per Massimiliano, una per Alessandro, una per Diego, una per Giovanni e una per la nostra nuova acquisizione Valentina. Niente è dovuto ma nulla è superfluo...

Quando si chiude un’escursione normalmente ognuno se ne va alle proprie macchine e tutto si chiude in modo molto “anonimo” e con quel velo di malinconia. Francesco riesce a sorprenderci tutti e riaccendere in noi quell’entusiasmo e quella fiamma che tanti anni addietro avevamo. Una ventata di giovinezza, di positività, di allegria che ha reso importante e irripetibile questo momento al di là di qualsiasi conquista, al di là di qualsiasi numero, 50, 100, 200 o 1 milione di cime. Ma senza quello spirito il gruppo la giornata sarebbe stata completamente un’altra cosa…

Francesco ha fatto questo per noi di Aria Sottile come lo ha fatto per molte altre associazioni. Lo ha fatto con ogni singolo appenninista del centro Italia. Li ha conosciuti uno per uno e gli ha reso omaggio come nessun è riuscito a fare mai nella storia della montagna. Ha vissuto l'anima di ogni singolo protagonista della montagna con una gioia trascinante...

Grazie Francesco. Grazie Amici.

Informazioni aggiuntive

  • Scheda Tecnica dell'Escursione:

    Scheda tecnica ancora non disponibile...