La schiena del drago che dorme...

Scritto da Martedì, 05 Febbraio 2019 00:00

Le mie sono sempre storie un po’ lunghe. Le mie sono storie per chi ancora ha pazienza di leggere…

Andare in montagna, specie in inverno richiede una bella dosa di coraggio, la capacità di buttarsi fuori dal letto anche quando fa freddo e fuori piove.

L’antefatto

Il fenomeno si chiama “ginecomastia” una parola che suona bene, un po’ complicata ma significa che mi stanno venendo le tette… Il mio fisico sta cambiando.  La notte russo, respiro male e probabilmente vado in apnea notturna. Tutto questo perché mi curo poco del mio corpo.

Lo stimolo giusto ed un po’ di follia

Alessandro, meglio noto come “Oracolo” non fa altro che insistere per farmi andare in montagna.

Mi propone di uscire domenica 3 febbraio per ricominciare questo 2019 con un po’ di voglia di combattere. L’antefatto parla chiaro, mi stanno venendo le tette e se non mi muovo rischio di finire molto male…

Decido con un po’ di follia di accettare il suo invito e gli propongo una ciaspolata facile nei dintorni di Campo Felice. Poi mi viene in mente che potremmo salire Monte Cagno che è un’escursione breve che ci permetterebbe di guadagnare una cima. Una cima… già… perché tutti abbiamo bisogno di un obiettivo davanti… Senza una cima da inseguire non vai da nessuna parte.

Con un pizzico di follia decido di comprare le ciaspole, ultimo degli ammennicoli del turista domenicale… Così non si faticherà troppo a ravanare nella neve.

La domenica precedente mi costringo a comprare le ciaspole. Fatto. Ora non posso più tirarmi indietro, vanno usate.

Coinvolgere gli amici in montagna

Il gruppo WhatsApp c’è già da tempo ma languisce  e decido di mandare la chiamate alle armi di tutti i partecipanti e finalmente arriva la grande sorpresa. Massimiliano, un mio caro vicino di casa, decide di partecipare per conoscere il mondo della ciaspola…

A questo punto il senso dell’escursione è completo. Sarà una giornata per riprendersi dal torpore invernale e dalla pigrizia. Soprattutto sarà una giornata per intrecciare nuove amicizie.

Alle 5.20 di mattina sono fuori casa ad aspettare Massimiliano, non fa freddo e la città dorme. Conosco bene quella sensazione dove tutto è sospeso e si preannuncia un’ottima giornata. Non sono molto carico ma so che questo dipende dal mio fisico appesantito.

Incontriamo Alessandro alla Rustica dove mettiamo insieme tutti i pezzi e partiamo per Campo Felice.

Alessandro ha fatto una previsione precisa per la giornata “nevischio” e poi bel tempo… Arriviamo che la previsione è perfettamente realizzata. Piccoli fiocchi scendono ma senza troppo disturbare.

Ci vestiamo e partiamo da Forca Miccia, in prossimità della Galleria che collega Campo Felice all’Altopiano delle Rocche.

Sui contrafforti del Monte Cefalone troviamo il segno di una sterrata (innevata” che saliamo comodamente e gradualmente.

Le ciaspole dovrebbero evitare di farci affondare nella neve. Invece così non è perché la neve è polverosa e nei giorni passati lo strato inferiore è stato bagnato dalla pioggia. Si tratta di una vera “papa” eterogenea e stratificata.

Le ciaspole affondano e si curvano, i piedi si piegano e le caviglie prendono un brutto colpo. Camminare in queste condizione con le gambe poco allenate è una sofferenza inaudita.

Sono mentalmente poco centrato ma fortunatamente Alessandro e Massimiliano tirano come due lepri e mi aprono la strada davanti. La traccia è bella profonda e si procede a passo spedito. In 3 ore siamo nel vallone di Settacque dove la neve si fa sempre più alta. Una delle due ciaspole di Massimiliano si rompe grazie ad una cinghia che porto sempre con me la ripariamo. Dopo poco si rompe anche la seconda ciaspola. Non è una bella notizia.

Le mie gambe cominciano a cedere. I muscoli delle cosce si fanno sempre più duri e rigidi. Non riesco quasi a tirare su la gamba. Arriviamo su una cresta che taglia in due il vallone di Settacque, ci troviamo a 1910 mt di quota. Mi allontano di 100 metri dal gruppo per salire sulla schiena di un drago. Vedo le sue ossa, il resto del corpo fermo è nascosto sotto la neve. È un drago che dorme lo sento respirare di respiri profondi… ma sento che è pronto a svegliarsi.

Davanti a noi il Monte Cagno sembra lontano altri 2 chilometri. Per raggiungerlo si dovrebbe scendere dalla piccola cima sulla quale ci troviamo, immergerci nella neve alta del vallone e risalire nuovamente i ripidi pendii del Monte Cagno per altri 200 metri di quota circa.

Per chi ha imparato a conoscerlo Massimiliano non è una persona che si preoccupa o che si lamenta delle cose che non vanno troppo bene. Siamo saliti fin qui per assaporare la fatica, la neve, il freddo, la montagna con tutte le sue difficoltà.

Tuttavia non è saggio imporre a Massimiliano una camminata senza ciaspole nella neve molle. Io stesso d’altra parte ho le gambe distrutte e non me la sento di affrontare una nuova impegnativa pettata fino alla vetta.

Il risultato ottenuto per questa giornata è già strepitoso tenuto presente che l’alternativa sarebbe stata quella di rimanere chiuso a casa a fare lavatrici e riparare rubinetti.

Decidiamo di scendere sperando che la riparazione posticcia alle ciaspole di Massimiliano regga bene fino alla macchina.

La discesa è rapida e senza difficoltà.

In montagna senza conquistare una cima…

Quante volte sono salito senza conquistare una cima. Quante volte ho sentito un retrogusto amaro per aver inseguito un fallimento? Tante volte… ma… questa non è la storia della conquista di una cima.

Questa è la storia di Alessandro Vittore che, con la sua determinazione mi ha riportato nuovamente in montagna. A lui va il mio grazie più profondo oggi.

Questa è la storia di Massimiliano, sportivo appassionato con la sua allegria inconfondibile. Massimiliano non lo sentiresti mai lamentarsi che fa freddo o che la neve è troppo profonda o che la fatica è troppo impegnativa. La sua gioia di vivere è contagiosa.

Questa è la mia storia di come ogni volta devo ricominciare da zero per riprendermi la montagna. Ma non mollo!

 

Informazioni aggiuntive

  • Scheda Tecnica dell'Escursione:

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